Sequestro Acif: Le motivazioni che hanno portato al sequestro. Legambiente:”la nostra denuncia sulle irregolarità era fondata”.
I Carabinieri del Comando Tutela Ambientale – Nucleo Operativo Ecologico di Catania – con la collaborazione dei militari del Comando Tenenza di Scicli, nei giorni scorsi hanno condotto un’ispezione di carattere ambientale presso la sede operativa della Soc. A.CI.F. Servizi srl. Durante il controllo della documentazione posseduta è emerso che l’impianto operava in assenza delle previste autorizzazioni necessarie per l’espletamento delle attività di gestione rifiuti ai sensi della vigente normativa ambientale.
Essendo stato accertato che la società aveva in corso diverse attività ed appalti connesse al trattamento dei rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, ed essendo stata riscontrata, fin dall’anno 2016, la sostanziale assenza dei titoli necessari all’esercizio della suddetta attività imprenditoriale, è stato operato il sequestro preventivo dell’intero complesso costituito da un’area di circa 10.000 mq. ove insistono due capannoni industriali, un impianto trattamento rifiuti allo stato liquido e numerosa altra attrezzatura ed impiantistica utilizzata per la gestione dei rifiuti.
Sono stati posti sotto sequestro anche un semirimorchio ed uno scarrabile carichi di rifiuti (rifiuti indifferenziati e materie plastiche) nonché tutti i consistenti quantitativi di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi presenti e stoccati all’interno dei capannoni e nell’area esterna.
Dell’avvenuto sequestro è stata data immediata notizia al Magistrato di turno della Procura della Repubblica di Ragusa cui è stato trasmesso il relativo verbale di sequestro da sottoporre alla convalida del G.I.P.
Il G.I.P. del Tribunale di Ragusa ieri, 8 Giugno ha convalidato il sequestro.
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Il Documento di Legambiente
“Grazie alla nostra dettagliata denuncia e all’ottimo lavoro del Comando Carabinieri tutela ambiente di Roma e del Nucleo operativo ecologico di Catania, si è arrivati finalmente al sequestro dell’impianto ACIF. Alla fine dell’affollatissimo convegno organizzato lo scorso gennaio al Teatro Italia dal nostro circolo Kiafura avevamo promesso ai cittadini di Scicli che Legambiente non avrebbe dato tregua a chi voleva realizzare un impianto di trattamento rifiuti, anche pericolosi, in piena zona agricola e a poca distanza dal centro abitato. Abbiamo mantenuto l’impegno preso pubblicamente con la comunità sciclitana. Ora si cancelli definitivamente quel progetto insensato”. È questo il commento di Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, sul sequestro operato grazie all’indagine realizzata dall’Arma dei Carabinieri e coordinata dalla Procura di Ragusa. “Legambiente è stata pronta nel sostenere sin dai primi momenti le ragioni dei cittadini di Scicli e del Comitato Salute e Ambiente, intervenendo con tutte le sue articolazioni territoriali, dalla direzione nazionale a a quella regionale siciliana e infine con il circolo locale” – aggiunge Alessia Gambuzza, presidente del circolo Kiafura di Scicli “adesso sta al Presidente Musumeci interrompere la sua incomprensibile mancanza di provvedimenti ufficiali su questa vicenda dopo le rassicurazioni esplicitate nell’incontro con Legambiente e il Comitato cittadino di Scicli avvenuto a Palermo il 4 aprile scorso, e dopo le recenti dichiarazioni in merito alla sospensione temporale dell’ Autorizzazione Integrata Ambientale contraddistinta da inammissibili irregolarità. Alla luce del sequestro avvenuto ieri, chiediamo con ancora più forza al Presidente Musumeci di chiudere una volta per tutte uno dei capitoli più pericolosi della storia di Scicli revocando definitivamente l’AIA”.