Riequilibrio delle finanze? Ma come…
Dunque, l’Amministrazione comunale, con la giunta Susino, si avvia ad attivare la procedura per un “Piano di riequilibrio finanziario pluriennale”, per un tempo previsto di dieci anni. Nell’ultimo Consiglio comunale, del 17 gennaio scorso, sono state fornite diverse bozze e copie di elenchi della situazione contabile del comune, a tutti i consiglieri di maggioranza e di opposizione; ciò al fine di rendere tutti edotti circa le difficoltà economiche in atto ( l’opposizione lo chiedeva da tempo), e riflettere sui possibili modi per “ uscirne”, costretti come si è , dalla Corte dei Conti, a redigere questo Piano di risanamento. Ne diremo meglio più avanti, richiamando brevemente che, sul finire dello scorso anno, si temeva il dissesto del Comune, qualora entro il 16 dicembre 2012, appunto, non si fossero date risposte valide e convincenti, alla serie di criticità sollevate dalla Corte dei Conti, in una lunga nota del 16 novembre 2012; relativa a fatti contabili di anni precedenti ( 2010-2011), ma con riferimento anche alle sofferenze in corso, nei mesi in cui il Comune, non riusciva più a pagare gli stipendi ai propri dipendenti. Ricordiamo, che fino all’approvazione del bilancio di previsione 2012 ( esitato il 28 novembre), la maggioranza in Consiglio evitò di parlare di questa situazione, che prefigurava già la necessità di dichiarare il pre-dissesto, come pure indicava l’opposizione; oggi apprendiamo, per bocca dell’assessore Adamo, “ che grazie al decreto-legge n. 174, approvato tra il 7-8 dicembre scorso, anche i comuni che avevano ricevuto quella nota dalla Corte dei Conti, potevano partecipare ad un Piano di riequilibrio decennale; prima se ne era esclusi”. Comunque sia, a pochi giorni dalla scadenza del 16 dicembre, in una seduta straordinaria del C.C., viene approvata la proposta di pre-dissesto elaborata dalla Giunta. Da questo momento, si scongiura l’operazione dissesto, e si ha tempo per incardinare e definire il Piano di riequilibrio ( entro 60 giorni dal 16 dicembre, ovvero, entro la metà di febbraio). E dunque, il Piano. L’assessore Adamo non nasconde le difficoltà che si hanno davanti; e tuttavia, ragiona in questi termini: “la parte numerica di questo Piano, è già fatta, caricata– come si suol dire-, perché coi numeri e sui numeri, non si può più “ giocare”..deve essere affrontata ancora la parte politica, vale a dire quali scelte il Consiglio vorrà fare, per pagare, in 10 anni, i debiti accumulati..” Che in realtà, sembra giusto sottolinearlo, non attengono a questa Amministrazione, ma vengono da lontano. Si pensi ai “ debiti fuori bilancio”, indicati nella bozza fornita ai consiglieri, in 8 milioni di euro e poco più ; sono ben 12 le sentenze ( a partire dagli anni 2004-2006-2008, 8 relative al 2011, una al 2012), a cui bisogna dare seguito; “ questa parte di debiti con sentenza- continua l’assessore- possiamo coprirla col ricorso alla Cassa Depositi e Prestiti..per gli altri, che sono comunque una buona metà ed oltre, dovremo fare delle scelte politiche- appunto..come alienazione di immobili, recupero dell’evasione fiscale..vedremo quello che il Consiglio indicherà e sceglierà..”.Ma si capisce che la situazione contabile del Comune, è anche più complessa. La questione Residui attivi e passivi, ad esempio. Nella ricognizione fatta dai capi settore, a fronte di 11 milioni e passa di Crediti inesigibili, vengono indicati oltre 7 milioni e mezzo di Residui passivi, anch’essi prescritti; qui, l’assessore pensa di poter arrivare ad una compensazione, ricorrendo agli avanzi d’amministrazione del 2011 e del 2012; e comunque, pare stia ancora seguendo, questa ricognizione contabile. Inoltre, bisogna coprire i “ debiti verso creditori”, che ammontano a 9 milioni e più; dove dentro c’è la Telecom, le ditte che forniscono l’illuminazione esterna, i tre canili convenzionati col Comune, come i debiti verso tecnici esterni; ma i debiti che più fanno massa, sono i 3 milioni e 200 mila euro, indicati come “ somme vincolate da ripristinare” (in sostanza, somme già spese), e i 4 milioni e passa di debiti verso l’Ato; “ qui- specifica l’assessore- c’è un azione legale in corso, e dunque bisogna aspettare”.Poi ancora, tra gli elenchi, i costi relativi al Servizio Acquedotto, ai Servizi cimiteriali, agli Impianti sportivi, alla Refezione scolastica, agli Asili nido di Iungi e Valverde, la spesa Ecologica che da sola incide ( secondo il calcolo delle ditte di riferimento per il 2012) per un totale di 4.560.060,29 euro ; anche qui ci sono controlli in corso, e, aggiunge l’assessore, “ abbiamo costituito una commissione di lavoro, con responsabile l’ing. Spanò, che dovrà seguire la vicenda rifiuti e raccolta differenziata, con le Ditte attualmente impegnate”. In questo elenco di servizi, il totale indicato è di circa 8 milioni. Come si farà a coprire tutti questi debiti, predisponendo-appunto- un Piano di riequilibrio decennale, è la sfida che, l’attuale amministrazione-suo malgrado – deve affrontare. Nella Relazione che accompagna questa bozze di Piano, ci sono delle proposte concrete, che si possono attuare subito; ad esempio, la proposta al C.C. di adottare un regolamento che agevoli la riscossione dei tributi locali; la proposta da sottoporre a tutti i creditori del Comune, che vantano crediti superiori a 10 mila euro, per un rigoroso e realistico piano di rateizzazione; o anche quella di disdire tutti i contratti d’affitto in essere e utilizzo di beni immobili di proprietà del comune; ma anche quella di alienare diversi immobili del comune, sebbene difficile da concretizzare, in questo periodo di grande e lunga crisi. L’assessore confida anche, a leggere la relazione, di “ conformare l’attività dell’Amm. , alle prioritarie linee operative, secondo le prescrizioni della Corte dei Conti. Ad esempio: 1) approvare i bilanci in cui le spese di competenza corrispondono alla previsione di effettive entrate di cassa; 2) puntare decisamente alla consistente riduzione delle spese correnti; 3) assicurare la copertura finanziaria dei servizi smaltimento rifiuti e acquedotto, prevedendo la copertura al 100%; 4) assicurare la copertura finanziaria dei servizi a domanda individuale, prevedendo la compartecipazione degli utenti per non meno del 36% del costo del servizio; 5) attivare una riduzione al ricorso al lavoro straordinario del personale; 6) esternalizzare alcuni servizi comunali (impianti sportivi, espurgo pozzi, trasporto acqua, asili nido..). Per quanto riguarda l’addizzionale comunale e l’Imu, “ l’Amm.- si legge ancora nella relazione- dopo attenta verifica del Piano di riequilibrio, si riserva di decidere eventuali aumenti in merito, alla luce anche, della legge di stabilità 2013, la quale prevede che l’imposta municipale unica, rimanga per intero ai comuni”.Sarebbe, di sicuro, una boccata d’ossigeno, per tutti i comuni. A Scicli in questi ultimi anni si soffre, sia per le politiche di tagli, operati dai governi centrali, e sia per le politiche locali, quantomeno improvvide e superficiali, con cui oggi bisogna fare i conti. Detto questo, bisogna auspicare che, in sede di C.C., maggioranza e opposizione, siano in grado di misurarsi su proposte concrete e fattibili; a questo punto – è bene ricordare- che non si tratta più di vincere, magari ai punti, per una parte o l’altra; la questione pre-dissesto deve investire di responsabilità tutti e ciascuno, perché il Piano di riequilibrio sia serio e convincente, per essere accolto, intanto, dalla Corte dei Conti. L’opposizione ha dimostrato- peraltro- questa responsabilità, già in sede di Consiglio straordinario, quando con la sua presenza consentì l’approvazione della proposta elaborata dalla Giunta; bisogna continuare su questa linea, di reciproco riconoscimento e collaborazione, valutando le proposte che si avanzeranno da una parte e l’altra, al fine di limitare i danni economici e sociali , per la comunità tutta. Perché un dato è certo: se ci saranno rinunce e sacrifici da fare, questi ricadranno sui cittadini. E per questo, che ad esempio, per quanto riguarda la proposta di “esternalizzare alcuni servizi, bisogna riflettere bene; intanto, si ricorre ai privati, quando un ente pubblico, non ha , al suo interno, forze lavoro sufficienti; non pare che il comune di Scicli, sia in queste condizioni, proprio in relazione ai servizi di esternalizzazione indicati; in secondo luogo, non bisogna mai dimenticare, che i privati, legittimamente, guardano al profitto, e dunque con carico ulteriore di costi per i cittadini e le famiglie, che francamente, di questi tempi, non sono sopportabili. In questi ultimi anni, il costo della pur necessaria raccolta differenziata (affidata a ditte esterne), pesa notevolmente sulle casse comunali e di conseguenza sui contribuenti; dunque, attenzione, a non ripetere errori, già sperimentati. Forse, è il caso di pensare piuttosto, ad una razionalizzazione dei servizi, che sia anche più efficiente.
Tina Causarano