Poesie d’amore in forma di quadro
Al Brancati la tradizionale mostra di fine anno con 24 artisti. Espongono: Barbante, I. Barone, S. Barone, Bracchitta, Candiano, Cartia, Chessari, Colombo, Diara, Di Quattro, D’Orazio, Ferrando, Gennaro, Guastella, Guccione, La Cognata, Lissandrello, Messina, Nut, Polizzi, Puglisi, Rampanti, Sarnari, Zuccaro.
Ventiquattro artisti che vivono nell’estremo lembo dell’Europa hanno accolto l’invito del Brancanti a trarre spunto da una poesia d’amore da loro scelta. Un impegno ed una selezione che sorprendono per le possibili corrispondenze, per scelte che vanno da testi poetici del mondo antico a testi di contemporanei.
Il primo testo scelto in sequenza temporale è il Cantico dei Cantici. A seguire l’Eneide di Virgilio, il Dolce stil novo di Guido Guinizzelli, Giacomo Leopardi, Garcia Lorca, Rainer Maria Rilke, Pablo Neruda, Jaques Prévert, Rabindranath Tagore, John Donne, Issa (Yotaro Kobayash) i Clemente Rebora, Erri De Luca, Donatella Capraro, Marcello D’Orazio, Alda Merini più volte interpretata fino alla scelta di Franco Sarnari di pubblicare dei suoi versi. A scorrere i soggetti che rimandano al tema dell’amore si va dai d’après (un Adamo ed Eva di Albert Durer, il Cristo del Pontormo, Venere e Amore di Lorenzo Lotto), al paesaggio, a ritratti inventati come quello di Didone, ai ritratti di donne amate , ad abbracci di innamorati, ai fiori, a rimandi musicali.
La notte è tempo e luogo dell’amore, notte buia, notte stellata, notte al chiar di luna, con le sue dolcezze e le sue malinconie, sospiri ardenti, intensi sguardi di volti amati, lampi di luce, corpi indefiniti, materici, stesure di blu, spazi infiniti di azzurro, di verde, amanti felici oltre le pene, oltre la morte, innamorati che si abbracciano, sortilegi e filtri per catturare, o per essere catturati, ricordi e rimpianti di amori sperati, di amori perduti, di amori sbocciati e infranti, di amori impossibili, di abbandoni e lontananze. E ancora frecce di eros, melograne spaccate, orizzonti spaccati, abbracci focosi, volti netti e decisi, volti radiosi e solari, volti dolenti, corpi nudi avvolti da luci calde, distesi in letti morbidi, serene attese in giardino, melodie evocate da un violino, tutte immagini dell’amore complesso e ricco di aggettivi, dell’amore come speranza, come progetto, come memoria, come languore, come gioia e inno alla felicità, amore da vivere, da dimenticare, da pensare.
Il binomio poesia e pittura ha in comune la sintesi, la densità, l’evocazione, l’immediatezza, la forza dell’immagine essenziale, della parola essenziale. Le opere in mostra raccontano coralmente il percorso di una comunità di artisti che nel corso di parecchi anni hanno espresso quanto di più creativo è avvenuto in questo luogo.