Il quadro restaurato in Chiesa Madre: Operazione di grande valore storico e culturale. L’opera è del 1723.

Molto interessante la serata di presentazione della tela restaurata, ieri in Chiesa Madre. Un quadro che porta la data del 1723, di autore sconosciuto e che ha come tema la rappresentazione della Madonna delle Milizie e quindi una scena di battaglia con riferimenti importanti al paesaggio, ma e soprattutto ai personaggi e agli oltre 100 comparse che popolano la scena ritratta dall’artista. Un ottimo lavoro della restauratrice dott.ssa Gaetana Ascenzo, che ha spiegato gli interventi sull’opera, partendo dallo stato dei danneggiamenti e della situazione di crisi in cui era ridotta la tela. Interventi salutari e di grande perizia che hanno salvato una testimonianza culturale del culto mariano nella Scicli dei secoli andati. Opera che rivela tanti aspetti storici, messi in chiaro dal prof. Paolo Nifosì nella sua “lezione” d’arte e nella spiegazione-interpretazione della scena del dipinto. Riferimenti continui a quella che è la documentazione sulla Festa, le origini che rimangono ancora da studiare ulteriormente, ma che non vietano l’interpretazione di tanti aspetti della “Madonna guerriera”, nella tradizione religiosa della città. Quest’ultimo dato è stato spiegato anche da don Stefano Modica, con una lettura attenta alla tradizione della chiesa cattolica ma citando anche testi sacri in rapporto alla Vergine Madre di Cristo. Utile questo intervento a chiarire meglio il rapporto del simulacro della Madonna che si conserva nella Chiesa Madre, con la tradizione mariana così viva a Scicli.

In apertura l’intervento della Presidente dell’Inner Wheel, la prof.ssa Maria Grazia Gambilonghi. Ha spiegato come si è arrivati a sostenere il progetto di restauro sul piano economico: una raccolta fondi in città con manifestazioni pubbliche a supporto, e il contributo di tanti sponsor, titolari di Imprese commerciali e produttive che operano nel territorio. Insomma una sana idea arrivata in porto, che ha dato un risultato estremamente positivo sul piano della fruizione di un’opera d’arte. Un’operazione culturale che può fare da apripista ad altre “situazioni di salvataggio”.

F.C.