Il dott. Bonvento ai confini con l’Ucraina accoglie i profughi, con la Croce Rossa slovacca.
C’è un medico sciclitano ai confini tra Slovacchia e Ucraina ad accogliere i profughi che scappano dalla guerra di Putin. Di seguito una sua testimonianza:
“Il 24 febbraio, quando all’alba i carri armati russi hanno inaugurato il primo atto di una guerra nel cuore del nostro continente, ho capito che non sarei potuto rimanere come semplice spettatore mentre casa nostra – l’Europa – veniva fatta a pezzi con modi così spietati e meschini. Per questo motivo, dopo aver prenotato il primo volo Catania – Bratislava, la prima settimana di aprile mi sono recato al confine fra Slovacchia e Uzhgorod – Ucraina – insieme ai miei colleghi della Slovenský Červený kríž (la Croce Rossa slovacca).La situazione in uno dei confini esterni dell’Unione Europea, seppur di molto migliorata rispetto ai primi giorni dall’inizio della guerra, rimane comunque tragica. A ritmo singhiozzante, con sguardo perso nel vuoto, giovani donne, bambini, neonati e anziani attraversano il confine scortati dalla polizia e dall’esercito slovacco e arrivano in una delle nostre tende, dove eseguiamo una sommaria visita medica e assistiamo chi ha bisogno fornendo primo soccorso base e rifocillando i pazienti di cibo e bevande calde. Da qui, a meno che non abbiano parenti o amici ad attenderli, i rifugiati vengono trasportati in treno fino a Košice, la prima grande città della Slovacchia orientale, dove vengono registrati e accolti nella “città dei container” appositamente allestita di fronte alla stazione dei treni con centinaia di posti letto temporanei. Dopo un massimo di tre notti trascorse in stazione, la Croce Rossa si occupa di trovare una sistemazione in famiglia, in un albergo o, per chi intende proseguire verso un altro Paese UE, su un treno internazionale verso Ungheria, Cechia, Germania, Polonia, Austria, Slovenia o Croazia. L’aspetto psicologico è quello su cui ci sentiamo più inutili, impreparati e inadatti: come si può consolare il cuore di chi nella vita ha perso tutto nel giro di pochi giorni? È con questa pietra pesante sullo stomaco che rientro a Scicli, sapendo di aver visto appena l’entrata di quel baratro scuro e profondo che è la guerra.”
Dr. Giovanni Bonvento