GLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI NON DEVONO PRESTARSI A SPECULAZIONI, TANTOMENO IN UN COMUNE COME SCICLI
I campi fotovoltaici avanzano a macchia d’olio su tutto il territorio comunale sotto le mentite spoglie della “Green Economy”. Questi impianti nascondono investimenti speculativi di grossi gruppi finanziari e di multinazionali che hanno scelto le nostre terre per trasformarle in grandi centrali elettriche diffuse a cielo aperto. Ma c’è di più. L’aspetto più oltraggioso dell’intera operazione riguarda la produzione energetica, interamente esportata – attraverso l’intermediazione dell’ENE – nelle regioni del Nord e che non tiene in nessuna considerazione il fabbisogno delle comunità locali. Altro paradosso: gli oneri fiscali vengono versati esclusivamente nelle casse degli Enti Regionali (Trentino-Alto Adige, Veneto, Lombardia, Piemonte) e degli Stati Esteri dove di norma hanno le sedi legali questi gruppi economici.
Noi non siamo contrari al Fotovoltaico – anzi siamo tra i primi sostenitori delle energie rinnovabili – ma esso deve essere prodotto principalmente con dispositivi allocati su spazi di “strutture di servizio” che non prevedano ulteriore consumo di suolo, tanto più se esso è agricolo.
I tetti dei vari fabbricati e dei “capannoni” per la lavorazione dei prodotti agricoli e per le attività della zootecnia sparsi nel nostro territorio, ad esempio, sono strutture che si prestano molto bene all’insediamento di questi pannelli fotovoltaici, ma vi sono anche tanti altri luoghi: le coperture degli edifici pubblici, le aree selvaggiamente cementificate e le strutture abbandonate ed inutilizzate.
Ma questi campi fotovoltaici, denominati strumentalmente Agri Fotovoltaici, non avranno un impatto negativo solo sulla economia agricola ma anche sul turismo, sulle caratteristiche peculiari ambientali e paesaggistiche del nostro territorio. Il rischio è che un pezzo del nostro incantevole paesaggio rurale, vocato alla zootecnia, trasformato da quei filari di ferro e vetro, si trasformi in un arido scenario ” lunare”. Per le ragioni sopradette, ma anche per la motivazione che il “suolo agricolo” costituisce il più prezioso ed importante patrimonio lasciato in eredità alle future generazioni.
Chiediamo al Governo Regionale Siciliano
– l’immediata sospensione dell’iter autorizzativo di questi impianti fotovoltaici sul suolo agricolo del nostro territorio;
– di fermare tutti i progetti speculativi dei gruppi finanziari che mirano a colonizzare e stravolgere il nostro territorio comunale e reginale, territori vocati principalmente all’attività agricola e turistica, per trasformarli in una mega centrale elettrica.
– la regolamentazione, attraverso strumenti normativi che prevedano l’insediamento delle strutture fotovoltaiche su spazi di servizio e strutture inutilizzate ed abbandonate (tetti di capannoni industriali, agricoli, scuole, ospedali, cave e discariche);
– che si avviino delle line guida sulla progettazione di edifici civili con l’utilizzo di materiali per il risparmio energetico, magari finanziati dalla regione.
– che si avviino progetti finanziati dalla regione, per creare comunità energetiche, partendo dalle case popolari, case in cooperativa, quartieri, fino a piccoli agglomerati ti case sparse.
– che si avvii una politica seria, in tutto il territorio regionale, per rendere ogni città energeticamente autosufficiente.
Unione Popolare Scicli e Modica
Laudato sí Scicli
Sinistra Italiana Scicli