Emilio Isgrò dedica una poesia a Scicli
Sull’onda emotiva della sua seconda presenza a Scicli in pochi mesi, l’artista Emilio Isgrò ha scritto una poesia dedicata alla città. Isgrò ha assistito sabato scorso alla sacra rappresentazione della rievocazione delle “Milizie” e subito dopo ha scritto alcuni versi. Eccoli:
Ti amo canto scatenato e casto
della Madonna miliziana e pura
che per amore scarta la paura.
Ti amo mondo appassionato e vasto
che con i semi del perdono impasto
sotto il carrubo dove la verzura
cede il posto al deserto e alla sventura.
Ti amo Dio barocco che contrasto
solo con il pensiero che ci sia
una luce più forte della mia
che porta a Scicli quel che s’è perduto
sul pianeta ingolfato. Ti amo,
spia delle madonne che per gelosia
stai al balcone in un silenzio astuto.
Note– Protagonista del sonetto è la Madonna delle Milizie di Scicli, la Madonna a cavallo, che scende dal cielo per amore di Scicli. Isgrò è famoso per aver realizzato grandi sculture raffiguranti semi e a Scicli il seme per eccellenza è il carrubo. Qui il verde e la luce sono rigogliosi e accecanti, a dispetto di un mondo ingolfato in cui siccità e sventura hanno la meglio. Isgrò conclude con l’immagine della gelosia delle finestre da cui le donne spiano la città in un silenzio astuto.
Emilio Isgrò– Artista concettuale e pittore – ma anche poeta, scrittore, drammaturgo e regista – Emilio Isgrò nasce a Barcellona di Sicilia nel 1937. A partire dagli anni Sessanta crea una delle opere più rivoluzionarie degli ultimi decenni, regalando al mondo dell’arte la cancellatura. Cancellando testi sotto forma di enciclopedie, manoscritti, libri e mappe, Isgrò pone la pratica della Cancellatura al centro di tutta la sua ricerca artistica, in quanto “non è mera negazione ma piuttosto affermazione di nuovi significati: è la trasformazione di un segno negativo in azione positiva”.
Le sue opere sono state esposte nelle più rinomate gallerie nazionali e internazionali, dagli Uffizi di Firenze al Quirinale, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, all’Università Bocconi, dal Centre George Pompidou di Parigi al Moma di New York, al Peggy Guggenheim di Venezia, ai musei di Gerusalemme e Tel Aviv. Nella sua carriera ha incrociato personaggi come Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Renato Guttuso, Ezra Pound, Peggy Guggenheim, John Fitzgerald Kennedy. Negli anni ha cancellato interi brani di letteratura, lasciando a volte una, due parole per pagina, a volte solo le virgole, aggiungendo nelle sue opere le api che trasportano polline, ma anche cultura, da un luogo all’altro.
La sua grande Cancellazione del Debito pubblico campeggia alla Bocconi di Milano; commovente è la sua installazione “L’Ora Italiana”, con venti orologi che inchiodano le lancette in un ticchettio angosciante nell’ora in cui una bomba uccise 85 persone alla stazione di Bologna, il 2 agosto del 1980. Sua l’installazione “Non uccidere”, realizzata con l’architetto Mario Botta, ospitata dal Maxxi di Roma e inaugurata dal presidente Mattarella. Milanese d’adozione – Milano gli ha tributato l’Ambrogino d’Oro, il Palazzo Reale per le sue mostre, oltre alla casa museo Manzoni.