Riceviamo e pubblichiamo:
"Sul Consorzio di Bonifica n. 8 di Ragusa, a fronte di una situazione di continua emergenza che perdura da qualche anno, si sono fatti tanti proclami, ma non sono arrivati ancora gli atti amministrativi che possano risolvere la grave crisi sfociata nel mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori. Sono proprio loro i primi a soffrire, a causa della mancata puntualità dei pagamenti degli stipendi, e degli arretrati che si sono così accumulati. La causa va ricercata nella mancanza di strategia, di pianificazione degli investimenti, in scelte politiche che si sono interessate del consorzio solo a momenti alterni e soprattutto per assunzioni di personale non guidate dal solo funzionamento dell'ente, in una dirigenza che a fronte di tutto ciò, non ha adottato le scelte giuste per uscire dal pantano. Sono gli elementi che anno creato la tempesta perfetta che ora si abbatte sui lavoratori e sui consorziati.
E' tempo di ridare la dignità ai lavoratori del consorzio, ai quali spetta il pagamento degli stipendi; tante famiglie monoreddito hanno necessità che siano pagati gli stipendi arretrati, e che quelli a venire siano corrisposti con regolarità, ed è onere di chi ha le responsabilità di gestione e politiche (in primo luogo della Regione Siciliana) fornire immediatamente le risposte. Sono lavoratori con esperienza e professionalità, che però sono spesso lasciati senza direttive e senza strumenti di lavoro per fare le ordinarie manutenzioni della rete irrigua, e quindi devono essere messi nelle condizioni, semplicemente, di poter lavorare.
La struttura consortile è nata in un momento in cui l'economia agricola era profondamente diversa e lontana dalle esigenze attuali; ha affiancato e aiutato gli agricoltori nel momento dello sviluppo dell'agricoltura intensiva; ma dal momento in cui i trasferimenti regionali sono diminuiti, mentre il numero di assunzioni è aumentato, il maggiore costo si è trasferito sui consorziati, che hanno visto l'importo delle tariffe aumentare esponenzialmente, fino a quadruplicarsi nel corso degli anni dal 2013 ad oggi. Basti pensare che la tariffa consortile ha quasi raggiunto il valore del canone annuo di affitto di un terreno, ed è un costo che non può essere sopportato dai privati e dalle aziende agricole, soprattutto in funzione di un servizio che o è assente (per il non funzionamento della canaletta di irrigazione) o comunque non è proporzionale alla qualità del servizio fornito. In questo quadro non felice, il Consorzio non si è dotato di un piano di classificazione del piano irriguo per i terreni serviti, e il contenzioso tributario è aumentato.
Le canalette di irrigazione aperte e spesso prive di manutenzione, fanno sì che all'utente finale arrivi l'acqua sporca, non idonea agli impianti di fertirrigazione delle coltivazioni fuori suolo, e sarebbe necessario pensare ad un piano di investimenti per passare al sistema di adduzione dell'acqua in tubi chiusi e interrati.
A fronte della situazione, non poteva mancare la dichiarazione dell'On.le Orazio Ragusa, che essendo pienamente funzionale rispetto alla classe politica che ha determinato il disastro, senza un minimo di autocritica, parla come se non fosse lui un deputato all'Ars da tre legislature, il presidente della Commissione Attività Produttive all'Ars, espressione dell'area politica che da sempre ha determinato le scelte dirigenziali del Consorzio.
Serve un vero ripensamento degli interventi della politica, che ha usato le strutture commissariali senza prestare attenzione ai criteri di efficienza, in funzione del servizio da rendere, e nel rispetto dei lavoratori chiamati a prestare la loro attività. La dirigenza del Consorzio, se è in condizioni di fornire immediate risposte per i lavoratori dipendenti in primis, le adotti con la massima urgenza e celerità o, diversamente, ne tragga le opportune conclusioni."
Partito Democratico di Scicli