Disoccupazione record in città
E’ il lavoro che continua a mancare. Un anno che comincia tutto in salita per una fetta sempre crescente di popolazione attiva che improvvisamente si scopre di essere a riposo forzato. I dati ufficiali della disoccupazione a Scicli non sono disponibili; noi abbiamo fatto fatica ad avere numeri certi, così ci siamo accontentati delle risposte avute da imprenditori, piccoli e medi artigiani, commercianti, operatori agricoli in un giro-inchiesta della settimana. Il dato costante è la perdita di posti di lavoro soprattutto nella seconda metà del 2012. Il settore più penalizzato ? L’agricoltura, che da noi significa serricoltura, produzione di primaticci. I primi a rimanere senza lavoro sono stati gli extracomunitari. Almeno il 30% . A seguire: la crisi dei magazzini di condizionamento del prodotto agricolo. Quasi tutte le aziende operanti nel territorio di Scicli hanno ridotto in media del 50% il personale, ma ci sono realtà dove le cifre relative al ridimensionamento toccano percentuali ancora più alte. E sono lavoratori (adesso disoccupati) di nazionalità italiana. In gran parte donne-casalinghe che contribuivano al bilancio familiare con un impiego part-time. Adesso quel salario, sia pur minimo, vine improvvisamente a mancare nella gestione domestica. In un numero crescente di famiglie con questo tipo di lavoro la disoccupazione sta riguardando entrambi i coniugi.
Quasi a ruota, nel coinvolgimento della crisi, i settori commercio e artigianato, che per la verità a Scicli sono sempre stati sul filo del rasoio. La caduta della serricoltura ha portato inevitabilmente ad una riduzione di ordini e quindi di lavoro alle botteghe artigiane. Finanche il settore degli infissi in alluminio o in legno, che rappresentavano una realtà solida nell’ambito della piccola e media imprenditoria, di colpo ha dovuto rinunciare a progetti di ampliamento e in molti casi se la cava con una riduzione drastica dei mesi di produzione, sperando nell’intervento della cassa integrazione per il personale.
Quasi fermo, infine, il comparto dell’edilizia. Fermo il mercato immobiliare, dopo che le banche hanno rallentato, e in alcuni casi chiusi, i rubinetti della liquidità (mutui e fidi vari). Pochi gli affari di compravendita di case o appartamenti. Di colpo i cantieri si sono ridotti di numero e si lavora soltanto nel recupero di vecchie case nei quartieri storici (grazie agli acquisti di gente venuta da fuori) o nel riadattamento interno di condomini e appartamenti datati. Insomma anche il mattone si è quasi fermato, con la conseguenza che la disoccupazione è comparsa anche in questo settore e sono già tanti i lavoratori che hanno ripreso la via dell’emigrazione.
La pubblicazione dei numeri certi darebbe forse una visione d’insieme ancora più drammatica della crisi economica in atto nel paese. Ma a Scicli ha chiuso anche l’Ufficio che operava per registrare le dinamiche del lavoro. L’hanno chiamata razionalizzazione del servizio. In effetti è stata anche quella una riduzione di personale e quindi perdita di posti di lavoro.