CONTINUARE O SVOLTARE? QUESTO E’ IL QUESITO
Prova a ripartire il dibattito nel centrosinistra sciclitano. Nelle settimane scorse, infatti, prima una riunione convocata da due consiglieri comunali (Emanuele Scala e Danilo Demaio) rivolta ad alcuni esponenti del centrosinistra sciclitano e tenuta nei locali dell’Opera Pia Carpentieri, e poi un’assemblea pubblica convocata dal Partito Democratico di Scicli convocata nel salone dell’Opera Pia Busacca, alla quale hanno partecipato due parlamentari (Dipasquale e Giuffrida), hanno smosso le acque del dibattito locale. Avendo partecipato ad entrambi gli incontri, posso dire che molte delle riflessioni ascoltate nelle due occasioni sono state coincidenti. Da entrambe le parti, infatti, si è parlato di unità, della necessità di ritrovarsi attorno ad un tavolo, dell’imbarazzo e lo sgomento di fronte a talune politiche del governo centrale, ecc.
A questo si aggiunga che, ad ogni occasione di dibattito, il Sindaco Giannone ricorda che la sua è un’amministrazione di centro-sinistra sebbene, anche questo è il caso di evidenziare, l’unico partito che appoggiava la sua giunta – Scicli Bene Comune – da qualche tempo ha abbandonato la maggioranza.
Il dibattito, per quanto riguarda i partiti del centrosinistra, andrà avanti nei prossimi mesi alimentato dagli appuntamenti elettorali già in programma. Il congresso del Partito Democratico – da celebrare entro novembre sui territori – passando dalle primarie di inizio febbraio per arrivare sino alle elezioni europee della primavera prossima, dove si confronteranno le forze europeiste e quelle sovraniste. In queste occasioni capiremo sino a che punto la città è stata ammaliata dalle politiche di Salvini e quanto sentirà il richiamo delle proprie radici rosse.
Per quanto concerne l’amministrazione locale, invece, dopo due anni di lavoro, Enzo Giannone sembra essere arrivato ad un bivio strategico. Deve decidere se imprimere alla sua azione una svolta politica oppure mantenere fede alla scelta civica fatta durante la campagna elettorale del novembre 2016.
La svolta politica, evidentemente, passa per un’apertura ai partiti, allargando la propria maggioranza e cercando di ridare linfa ad una coalizione che, dopo la spinta iniziale sulla scia dell’entusiasmo, sconta le difficoltà quotidiane dell’amministrare. Nel secondo caso, invece, Giannone può scegliere di mantenere l’assetto iniziale, andando diritto con l’obiettivo di candidarsi ad un secondo mandato con l’unico obiettivo di chiedere un giudizio sul proprio operato.
Ma cosa comporta l’una o l’altra scelta?
Il primo caso che, peraltro, dovrebbe passare per l’assenso dei partiti locali, dovrebbe essere funzionale a superare i confini della città nell’azione di governo, cercando interlocuzioni politiche sia al Parlamento Regionale che a quello Nazionale(per non dire quello europeo), al fine di sviluppare qualche progetto che richiede sostegno politico, ovvero finanziamenti. Inutile evidenziare come il Progetto del Convento del Carmine, oppure quello della facciata della Lipparini/Miccichè o quello dell’ascensore della Croce (mi fermo qui solo per fare qualche esempio) siano preoccupatamente insabbiati, nonostante i proclami dei mesi scorsi. La scelta politica, inoltre, avrebbe l’indubbio vantaggio di riaprire il dialogo con i corpi intermedi (in primis le associazioni di base) che, ad oggi, appare completamente bloccato in quell’aurea di eccessiva autoreferenzialità nella quale la giunta appare chiusa da qualche mese a questa parte. Per contro, evidentemente, una scelta politica porta con sé anche degli svantaggi che, prima di tutto, fanno i conti con le continue fibrillazioni interne con le quali i partiti fanno i conti quotidianamente. D’altro canto, invece, la scelta civica ha il vantaggio di garantire una maggiore stabilità alla compagine amministrativa, mantenendo l’assetto di governo che dal 2016 sovrintende l’agire amministrativo in città e che mi pare abbastanza consolidato.
Infatti, a dispetto dei numeri del consiglio comunale (8 consiglieri di maggioranza ed 8 di opposizione), credo che questo Consiglio Comunale non metta affatto in discussione la propria permanenza e che, comunque sia, Giannone troverà sempre i numeri per garantire l’approvazione agli atti consiliari più importanti (quelli di bilancio e quelli propedeutici o consequenziali ad esso) durante le riunioni del massimo consesso cittadino. Magari la prossima riflessione la faremo sul lavoro delle opposizioni…Anche qui c’è parecchio da dire. In questo secondo caso, però, Giannone dovrà accontentarsi di garantire alla città un’amministrazione ordinaria, senza grandi sussulti che, per carità, visto che le ultime due sindacature si sono concluse con due dimissioni, potrebbe essere anche un successo. D’altro canto come risultato primario di questi mesi lo stesso sindaco, più volte, ha richiamato proprio la forza di aver riportato la macchina amministrativa ad una funzionalità ordinaria.
I prossimi mesi saranno buoni a capire quale sarà la strada intrapresa.
Marco Causarano