Le Vie dei Tesori conferma l’attrattiva di Scicli nella Sicilia del Sud Est.
Tra le diciassette città siciliane Palermo svetta con le sue 160 mila presenze in cinque weekend e si conferma uno degli appuntamenti culturali più importanti del Sud Italia. Segue Catania (con la vicina Acireale) che nello stesso periodo mette insieme oltre 18mila visitatori, 1300 in più rispetto allo scorso anno. Nelle altre città il Festival si è svolto invece in tre weekend, dieci città a settembre e altre cinque a ottobre.
Nel Ragusano stavolta il capoluogo non si è fatto battere: le chiese gioiello di Ragusa e i due luoghi inediti hanno raccolto 3783 visitatori, mentre la piccola Scicli, il gioiello barocco, ha voluto scommettere sugli scorci inediti e le passeggiate monumentali che hanno registrato 3026 presenze; poco lontana, sempre nel cuore del barocco, è ritornata nel festival anche Noto per un’edizione-gioiello (di soli quattro luoghi e due percorsi) apprezzata comunque da 1536 visitatori.
I LUOGHI PIÙ VISITATI, CITTÀ PER CITTÀ.
Rigoroso ordine alfabetico, ogni città ha i suoi grandi “amori” che il pubblico ha dimostrato di apprezzare: si parte da Alcamo è stata una vera sorpresa e qui si è andati per castelli: quello “urbano” dei conti di Modica stavolta l’ha spuntata sull’arroccato maniero di Calatubo, seguiti dalla vista straordinaria e inedita dalla cupola della Chiesa Madre. Eccoci a Bagheria: oltre a Villa Palagonia, molto amati sia Palazzo Butera con i suoi soffitti affrescati, che la villa fortificata nota come il castello di San Marco. A Caltanissetta, dove ha spopolato Villa Testasecca, è stato molto amato quel gioiello dal significato importante che è la chiesa di Santa Maria degli Angeli; e la Torre del Magistrato, sito inedito di quest’anno dalla forte valenza storica. Eccoci a Carini dove le preferenze ricalcano quelle dello scorso anno: il castello La Grua Talamanca (con 676 ingressi) è stato il sito più amato, seguito dai cunicoli delle catacombe paleocristiane di Villagrazia di Carini e dalla bellissima Chiesa degli Agonizzanti con il suo trionfo rococò. Di Palazzo Scuderi Libertini a Catania abbiamo già detto, ma lo tallonano da presso sia il nero Castello Ursino che ha aperto fossato e corte che il camminamento aereo di San Nicolò l’Arena. Corleone è stata una new entry molto amata e qui il salto della cascata delle due Rocche (e l’ambiente incontaminato che la abbraccia) l’ha fatta da padrona (412 presenze); poi il vicino monastero del Santissimo Salvatore con la sua vista sulla vallata, e il diruto e pressoché sconosciuto ex Ospedale dei Bianchi. Di Enna e del Castello di Lombardia si è già detto, ma seguono da vicino sia il museo multimediale dedicato alle Confraternite del Venerdì Santo (inaugurato ad aprile scorso) che il Palazzo della Cultura con le sue collezioni. Marsala e Mazara procedono sempre di pari passo: la prima ha accolto 335 visitatori nella vertiginosa scala a chiocciola del Campanile del Carmine; poi alle Cantine Pellegrino, tra le botti di rovere dove si affina il Marsala, e nella chiesa della Madonna delle Grazie con la sua leggenda di miracoli avvenuti e la sua grotta; Mazara ha invece messo insieme 362 presenze alla chiesa di San Francesco, ma ha valorizzato parecchio il complesso vescovile con il Palazzo della Diocesi e il Seminario dei Chierici. Eccoci sullo Stretto: Messina, oltre al Forte con la Madonnina, ha delle certezze come il Tempio di Cristo Re (ispirato alla basilica di Superga) e Castel Gonzaga che fu anche sede della contraerea durante la Guerra. Eccoci nel Val di Noto, altra sicurezza: a Noto le visite erano equamente divise tra le stanze inedite diPalazzo Trigona di Canicarao (303 ingressi), ma anche nelle cantine sotterranee dell’ex Convento dei Cappuccini dove era l’ex Cantina Sperimentale Statale; nel Museo dei Mecenati del Barocco dove si legge in controluce la storia della città. La bella Ragusa si è beata tra gli arredi e le tappezzerie d’epoca di Palazzo Arezzo di Trifiletti (502 presenze), ma ha scoperto le botteghe ricostruite dell’Antico Mercato; e, a Ibla, la chiesa Santissime Anime del Purgatorio, appoggiata sulle mura bizantine del castello. A Sciacca i visitatori (soprattutto i saccensi) si sono riversati nella chiesa più antica della città, San Nicolò la Latina (289 ingressi), ma hanno anche salito i tanti gradini che conducevano ai tetti della Chiesa del Carmine; e si sono divisi tra la Badia Grande e la chiesa dell’Itria per affacciarsi dal Matroneo. Scicli ha visto il pubblico dirigersi compatto verso le Grotte di Chiafura (ben 650 ingressi) alla ricerca delle mille storie di chi ci ha abitato fino agli anni ’50; ma anche nell’antica e perfettamente conservata Farmacia Cartìa; e tra le tele di Sarnari e Guccione a Palazzo Spadaro. Ultime due, ma solo per criterio alfabetico: ovviamente a Termini Imerese l’hanno fatta da padrone sia il Grand Hotel delle Terme (673 ingressi) che le antiche terme romane, riaperte lo scorso anno ma visitabili anche in questa edizione; e la bella e inedita chiesa di San Girolamo con il suo “forno mistico”. Infine a Trapani, oltre all’ antica corte delle Ninfee dell’antico monastero domenicano, i visitatori sono sciamati da la Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio con i venti gruppi scultorei dei famosi Misteri; e a Palazzo Milo Pappalardo, con la sua sala da musica e le decorazioni di epoca umbertina.
Le Vie dei Tesori– Simonetta Trovato