RIMPASTO GIUNTA: OPERAZIONE POLITICA DI FINE MANDATO- di Marco Causarano

Nel fiume di polemiche attorno al caso vaccini che ha inondato i Social network in questi giorni, probabilmente il rimpasto di giunta improvviso (fuori la Arrabito e Fiorilla, dentro Scimonello e Alecci) operato dal Sindaco Giannone, rischia di non avere il dovuto risalto. Proviamo, allora, a svolgere alcune analisi con questo articolo. Anzitutto lo scenario politico. Da un canto indubbiamente si riduce il perimetro politico della maggioranza (dopo Cittadini per Scicli esce anche Articolo 1),con ciò riducendosi anche gli apporti in termini di idee e forze a sostegno dell’azione di governo. Si rinsalda, piuttosto, il blocco politico attorno a Start Scicli, con l’ingresso di Nino Alecci che, alle elezioni del 2016, era candidato proprio con questa lista civica. Lo stesso Alecci in questi anni ha sostenuto in maniera pregevole e costante l’azione dei vari assessori, posto che appena c’è stato da svolgere un’attività operativa è sempre stato in prima Linea. L’ingresso di Scimonello, invece, sarebbe avvenuto per colmare un vuoto di rappresentatività in giunta della lista del Sindaco. Ecco che, allora, proprio questo è il primo dato su cui riflettere: l’avvicendamento di giunta viene presentato alla città come mera operazione politica per riequilibrare i rapporti di forza all’interno della compagine di governo rispetto alla rappresentatività in consiglio. La tesi, venerdì scorso, è stata ripetuta da Scala e Riccotti in trasmissione a VSN. Nessuna esaltazione delle attitudini dei nuovi assessori, sul valore aggiunto che dovrebbero apportare all’azione di governo, insomma sul beneficio che ne dovrebbe ricevere la città. No, si dice invece candidamente che la necessità è quella “di rafforzare e consolidare la relazione tra maggioranza consiliare e rappresentanza in giunta” (dal comunicato stampa del sindaco che annunciava l’avvicendamento) che, tradotto in linguaggio politico, vuol dire che servivano spazi e poltrone per ridefinire i rapporti di forza all’interno della maggioranza. Bah: è semplicemente stucchevole!

E le modalità di esclusione dei due assessori uscenti, d’altra parte, lasciano pochi spazi all’interpretazione. Dietro i ringraziamenti di circostanza, infatti, lo stesso Sindaco, dopo l’uscita della Arrabito, ha dichiarato che le dimissioni della stessa si iscrivevano “nell’alveo di un confronto politico che porterà a breve alla concretizzazione della ridefinizione degli assetti di governo nell’ambito della coalizione Civici e Progressisti”. Come dire, se la rappresentante di Leu non fosse uscita autonomamente dalla giunta, sarebbe stata cacciata da lì a poco! Leu/Articolo 1, dal canto proprio, non è uscita proprio serenamente dalla compagine di governo ma, piuttosto, è andato via rilevando come “a distanza di un anno tutti i buoni propositi hanno ceduto il passo a ragionamenti inversi, chiusi e avvitati, finalizzati a salvaguardare l’esistente ed accontentare qualche insoddisfatto” ed evidenziando che è meglio togliere il disturbo piuttosto che tirare a campare. Dal canto suo lo stesso Fiorilla ha commentato laconico sui social network dicendo “le alchimie della politica non mi appartengono, e neanche gli ectoplasmi ad essa collegati” non dando proprio l’idea di uno che ci sia rimasto bene. E ci mancherebbe altro. L’impressione netta, da fuori, è che i due siano stati scaricati, privi di un sostegno politico.

D’altro canto, i due assessori uscenti non sono i primi ad essere stati abbandonati sull’altare degli equilibri della giunta Giannone. Basti pensare ai casi Carpino (dopo che era uscito da Scicli Bene Comune ed era rientrato in giunta in quota Sindaco) sostituito senza sprechi di motivazioni, o la Iabichino (che nell’arco di 24 ore aveva sostituito il dimissionario Vindigni)che è letteralmente spartita dallo scenario politico dopo l’uscita dal governo cittadino.

L’altro dato politico che rileva in questo scenario, contestato da Articolo 1 nel proprio documento di commiato, è quello secondo cui sarebbe venuto meno “l’entusiasmo politico che nel 2016 determinò la vittoria di Giannone”. Vindigni, dal canto suo, ha parlato più espressamente di abbandono del solco definito in campagna elettorale, ovvero quello di chi era stato contro lo scioglimento e chi (dall’altra parte) non lo aveva contestato anche perché – aggiungiamo noi – poteva essere funzionale a beceri interessi politici di parte. Ebbene, è di tutta evidenza che, nell’ambito di un Consiglio Comunale che non è riuscito a votare una mozione contro lo scioglimento nemmeno dopo la relazione cristallina della Commissione Antimafia di Claudio Fava,con il nuovo assetto di governo quella componente politica oggi diventa prevalente. E diviene prevalente proprio all’ombra di un sindaco che, in campagna elettorale, aveva fatto del contrasto al partito dello scioglimento uno dei suoi cavalli di battaglia elettorale.

D’altro canto, per altro, con questa operazione Giannone ha stabilizzato in Consiglio la sua maggioranza che a fine novembre lo aveva fatto tremare e, questo sì, ha garantito stabilità alla sua azione di governo. I risultati di questa operazione politica, infatti, hanno dato i suoi primi frutti in occasione della prima delicatissima occasione: l’approvazione del bilancio di previsione 2020/2022, avvenuta il 31/12/2020. In ritardo imbarazzante e con la spada di Damocle di un Commissario ad acta che aveva dato 10 giorni di tempo prima di mandare tutti a casa, il Consiglio Comunale ha approvato il bilancio 2020 in nettissimo ritardo.

La necessità di queste riflessioni, per chiudere,ovviamente non viene dalla sorpresa di operazioni di così bassa lega; basta guardare a come Renzi, proprio in questi giorni, sta tenendo sotto scacco il Governo Conte bis. No, piuttosto dall’evidenza che, chi ne è protagonista, si era presentato alla città parlando di “rivoluzione” ed estraneo ai meccanismi della politica. Ed invece, come spesso accade quando si fa a gara per rappresentarsi più puro degli altri, in questi anni si è dimostrato più cinico e spregiudicato di chi gli sta accanto nell’attuare operazioni politiche che sono degne del ben noto “Manuale Cencelli”.

Marco Causarano

(Foto d’archivio- La giunta all’inizio mandato)

 

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