“Tratti d’Archivio” prolungata fino al 1° Novembre a Palazzo Spadaro.
Verrà prolungata fino all’1 novembre Tratti d’Archivio, la mostra organizzata dal Centro Studi e Documentazione Città di Scicli presso Palazzo Spadaro, visitabile, in ossequio a tutti i protocolli dovuti alla prevenzione contro la diffusione del Covid-19, dallo scorso 3 ottobre e che tanto successo e apprezzamento ha ricevuto da addetti ai lavori, appassionati e semplici viaggiatori.
Protagonisti dell’esposizione, che si snoda fra le sale del palazzo settecentesco in Via Francesco Mormina Penna, alcuni testi ritrovati del Fondo Antico della città, provenienti dall’antica biblioteca del convento del Carmine di Scicli: è stato infatti in occasione dell’adeguamento delle sale al fine di accogliere il fondo Musumarra che sono stati ritrovati questi meravigliosi testi, finiti nel dimenticatoio e valorizzati dall’attenta opera di pulitura e conservazione dei soci del Centro Studi.
I testi sono di carattere teologico, si muovono in un arco cronologico che va dal 1682 de Il vero ecclesiastico di Gioseppe Mansi al 1781 de l’Introduzione e trattazione su tutti e su singoli libri della Sacra Scrittura di Padre Agostino Calmet, e sono solo alcuni degli oltre tremila tesori da cui è composto il Fondo Antico della città di Scicli e che il Centro Studi intende finalmente valorizzare, insieme all’Archivio Storico del Comune, grazie alla convenzione stipulata con l’ente lo scorso dicembre con la quale si vuole finalmente dare una consona e degna collocazione ai preziosi testi (dei quali fanno parte anche numerose cinquecentine), sicuramente diversa da quella odierna in un anonimo immobile comunale inadeguato alla valorizzazione e alla fruizione.
Palazzo Spadaro può e deve diventare custode di tale ricchezza culturale, figlia di testi un tempo nelle biblioteche dei conventi camerlitani e cappuccini, fondamentale tassello per ricostruire la nostra storia, di cui Scicli ha fortemente bisogno e deve fregiarsi nei confronti di studiosi, ricercatori, visitatori e non nascondere agli occhi di tutti prima che il tempo copra d’oblio i lasciati del nostro glorioso passato.