RAGAZZINA DI SCICLI CON EMORRAGIA CEREBRALE SALVATA A CATANIA
È fine settembre quando una undicenne di Scicli, stremata da due giorni di vomito e cefalea, si presenta al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Modica. La TAC qui eseguita, anche dopo somministrazione di mezzo di contrasto, evidenzia una grave emorragia cerebrale: quei disturbi ne sono un sintomo e un altro episodio emorragico sarebbe probabilmente fatale. Ma Paola e i suoi genitori hanno trovato medici e strutture che le hanno, letteralmente, salvato la vita.
Prontamente, infatti, i medici di Modica contattano la Neurochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Cannizzaro che, insieme con i Neuroradiologi a loro volta allertati, concorda il trasferimento. La piccola paziente giunge al Cannizzaro, con elicottero del 118, all’alba dell’indomani. Dopo un rapido consulto tra Neurochirurghi, Neuroradiologi e Rianimatori, viene portata in sala angiografica dopo aver eseguito gli esami di routine.
Il dott. Gabriele Corsale, coadiuvato dal dott. Marco Conte, avanzato il dubbio che il sanguinamento cerebrale fosse dovuto a una MAV (malformazione artero-venosa), inizia l’esame angiografico. Questo conferma la gravità del quadro evidenziato alla TC, infatti si referta una micro-MAV (una piccolissima malformazione artero-venosa in una regione fortemente importante per la sfera della memoria e dell’umore: l’ippocampo-paraippocampo). Le condizioni erano aggravate dal fatto che la malformazione fosse delle più piccole e quindi irrorata da vasi di minuscole dimensioni che in una ragazzina di 11 anni diventano minime (inferiori al millimetro), aumentando enormemente i rischi di un intervento. Ma questo doveva essere fatto per evitare il peggio.
Dopo una lunga riunione di studio con i Neurochirurghi, diretti dal dott. Salvatore Cicero, si concorda strategicamente un primo approccio neuroradiologico endovascolare (con minutissimi microcateteri dalla regione dell’inguine si arriva nei piccoli vasi cerebrali) e poi, riuscito questo e per stabilizzare il risultato, un secondo di radioterapia stereotassica. Dopo una lunga riunione di studio con i Neurochirurghi, diretti dal dott. Salvatore Cicero, si concorda strategicamente un primo approccio neuroradiologico endovascolare (con minutissimi microcateteri dalla regione dell’inguine si arriva nei piccoli vasi cerebrali) e poi, riuscito questo e per stabilizzare il risultato, un secondo di radioterapia stereotassica. Quindi la piccola dopo qualche giorno, e in due sedute, viene trattata nella sala angiografica, in cui è presente uno dei più sofisticati angiografi biplani esistenti che ha reso possibile una missione ai limiti del possibile con dimezzamento delle dose di contrasto, di farmaci anestetici etc. Ad eseguire il trattamento, un’équipe multidisciplinare: neuroradiologica formata dal prof. Concetto Cristaudo, dai dott. Gabriele Corsale, Marco Conte, Muralidharan Vetrivel (neurochirurgo indiano che frequenta al Cannizzaro un Master di Neuroradiologia), anestesiologica formata dai dott. Giulio Mattone, Gaetano L’Abbate e Antonio Maresca, infermieristica (Alexandra Benche e Giuseppe Recupero) e da quella dei tecnici di radiologia (Salvatore Montera, Loredana Sciacca e Alessandro Puglisi).
Dopo l’intervento, la piccola paziente di Scicli, è stata ricoverata nell’unità operativa di Anestesia e Rianimazione, diretta dalla dott.ssa Maria Concetta Monea, e poi ha potuto trascorrere gli ultimi giorni di convalescenza, ormai in buona salute, nell’uoc di Pediatria diretta dalla dott.ssa Antonella Di Stefano, dove la mamma (dopo tampone per Covid-19 negativo) ha avuto modo di starle vicino. “Grazie di cuore per la vostra professionalità, la presenza, la dolcezza ed il costante supporto. Con infinita riconoscenza”, è scritto sul biglietto con la sua firma che Paola ha voluto fare arrivare ai medici.