Dalla Relazione antimafia: SUSINO ED IL RAPPORTO “COMPLICATO” CON I COMMISSARI
LA MANCANZA DI CIRCOLARITA’ DI INFORMAZIONI FRA I COMMISSARI DI ACCESSO AGLI ATTI E’ UNO DEGLI ASPETTI CHE RILEVANO MAGGIORMENTE NELLA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA, COME E’ DATO EVINCERE DAI PASSAGGI DEL DOCUMENTO CHE VI PROPONIAMO IN QUESTA PARTE DELLA RICOSTRUZIONE
“Un secondo elemento significativo, nella ricostruzione del lavoro svolto dalla commissione d’accesso durante quei sei mesi a Scicli, attiene al difficile rapporto tra il sindaco Susino (nella foto con l’avv. Iacono,ndr) e i commissari. In una recente intervista Franco Susino ha avuto modo di ricostruire la spigolosità di quel rapporto riferendo, in particolare, un episodio («Ogni giorno incontravo uno dei tre componenti la Commissione di indagine al Comune di Scicli. Mi aspettava davanti all’ingresso del Municipio e mi invitava a dimettermi. Io gli chiedevo: “ma quali sono gli atti irregolari che avete trovato? Io ho la coscienza a posto”. Poi mi ricordo che un giorno disse: “Lei non ha capito niente. Intanto il fango glielo buttiamo. Poi si vedrà”»).
“Ma chi era il commissario a cui si riferiva il sindaco Susino? Un utile frammento di memoria lo riporta in commissione l’avvocato Iacono, l’altro legale che insieme al professore Armao ha patrocinato il ricorso dinanzi il TAR Lazio dei consiglieri comunali di Scicli contro lo scioglimento.
IACONO, avvocato. Dell’episodio ne ero assolutamente a conoscenza… Questa vicenda me la diceva ogni giorno. Per me è una storia nota.
FAVA. Chi era questo commissario che lo apostrofava in questo modo?
IACONO. Il Capitano Cannizzo. Mi pare che facesse riferimento a lui. Ricordo che in quel periodo il dottore Susino era estremamente prostrato da questa vicenda e quindi si confidava molto. Ed una delle sue lamentele era proprio questa.
Stesso ricordo dell’episodio riporta in Commissione il professore Giampaolo Schillaci, membro del Comitato e componente, all’epoca, della giunta Susino:
SCHILLACI, ex assessore. Ero a conoscenza di questo fatto perché il dottore Susino me ne ha parlato proprio nei tempi in cui si verificavano. Erano tante le pressioni che il dottore Susino riceveva al punto che aveva problema a venire in Amministrazione, perché appena arrivava gli si avvicinava questo commissario e lo invitava a dimettersi e le testuali parole che mi diceva il dottor Susino all’epoca erano quelle: dice “ma lei perché non si dimette? Chi glielo fa fare? Che interessi ha a stare qua? Se lei si dimette può darsi che il consiglio non viene sciolto e tutto finisce là”. E il dottor Susino diceva: io ritengo che non ci siano elementi, per cui qua ci sarà un eventuale ricorso. Diceva Cannizzo: “sì, l’eventuale ricorso, tanto per il momento vi dimettete, vi arriva in faccia lo sterco e poi si vedrà se lo vedevate o meno”. Queste sono state le parole che in coscienza mi sento di riferire e che mi ha detto al tempo, al tempo mi ha detto il signor Susino sindaco.
Anche il maggiore Cannizzo conserva memoria di quell’incontro con il sindaco Susino. Ma ricostruisce l’episodio in modo diverso.
CANNIZZO, già componente della Commissione d’indagine per lo scioglimento del comune di Scicli. Diciamo che i fatti sono reali nel senso che nel corso dei sei mesi il sindaco Susino aveva l’ufficio accanto al nostro, la Commissione e ci si incontrava… Posso dirle che nel mese di agosto di quell’anno… sono andato a prendere un caffè al bar di fronte… Dopo aver consumato il caffè, sono uscito per fumarmi una sigaretta… e vedo avvicinare il sindaco Susino, col quale ci si conosceva. Si avvicina a me, con le lacrime agli occhi. E mi dirà che viveva questo stato angosciante dell’inchiesta, dell’imputazione particolare di associazione mafiosa e mi invitava a manifestargli un giudizio su che cosa dovesse fare… Ho chiesto: “Sindaco, abbiamo tutti e due la barba bianca e chiede a me cosa deve fare?”.
FAVA. In sostanza, quindi, lei non suggerì al sindaco Susino di dimettersi.
CANNIZZO. Ci mancherebbe altro! Io non avevo neanche il potere per fare una cosa del genere.
FAVA,. Un consiglio è un consiglio, non è un ordine.
CANNIZZO. Ma neanche per sogno! Illazioni!
Altro elemento di dovuta attenzione, per questa Commissione, è il ruolo che il capitano Cetola ebbe nell’intera vicenda: prima al comando dell’organo di p.g. (Compagnia Carabinieri di Modica) delegato alle indagini su Scicli, poi – senza soluzione di continuità – come componente della commissione prefettizia d’accesso.
Ad apertura dei propri lavori, la Commissione si è chiesta se, in termini di opportunità, fosse controproducente che uno dei commissari delegati a proporre al prefetto di Ragusa lo scioglimento o meno del comune di Scicli fosse proprio colui che era a capo del comando dei carabinieri che aveva gestito l’aspetto investigativo della vicenda (se non, addirittura, coordinato, secondo quanto più volte riferito dalla stampa locale).
La domanda era semplice e legittima: come avrebbe potuto il capitano Cetola, in qualità di commissario prefettizio, non confermare le conclusioni cui erano giunti gli uomini del suo comando? Un dubbio che solleva anche l’avvocato Iacono:
IACONO. Questa è una questione che ho sempre posto nel dibattito, nelle discussioni anche informali. Mi sembrava assolutamente inopportuno, perché chi aveva fatto l’indagine penale aveva interesse a difendere quell’indagine penale perché è normale, nemmeno è una cosa abnorme… Secondo me non doveva stare nella Commissione ispettiva. Problema che ho rilevato immediatamente.
Su questo punto il capitano Cetola, audito in Commissione, offre una ricostruzione dei fatti e dei tempi in apparenza tranquillizzante.
CETOLA, già componente della commissione d’indagine per lo scioglimento del comune di Scicli. Io ho avuto la nomina, quindi mi sono limitato poi a far parte di questa commissione. Di fatto con l’attività di indagine sull’operazione Eco non ho avuto a che fare perché è antecedente al mio arrivo alla compagnia di Modica. Io sono arrivato nel settembre 2013, ma l’attività di indagine si era svolta negli anni precedenti.
Eppure, così come abbiamo già avuto modo di riferire (rilevano i Parlamentari della Commissione Antimafia), il capitano Cetola subentra al comando della Compagnia di Modica ben nove mesi prima dell’emissione delle misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di Franco Mormina e degli altri indagati (giugno 2014). E le note sulle “interferenze” dell’AISI portano proprio la sua firma. Note che, stranamente, non vennero condivise né con gli altri membri della commissione né con il prefetto Vardè:
FAVA. Il Capitano Cetola vi ha informato sul fatto che c’era stato un interessamento dell’Aisi sul sindaco, su un assessore e su alcuni funzionari del comune?
MINUTOLI, già componente della commissione d’indagine per lo scioglimento del comune di Scicli.No assolutamente, no.
FAVA, . Il capitano Cetola vi ha mai informato che c’era stato un interessamento dei Servizi segreti sul sindaco, su un assessore e su altri soggetti dell’amministrazione?
CANNIZZO,. Nossignore! Io non ho mai avuto conoscenza di questa riflessione. L’ho appresa dalle notizie giornalistiche, l’interesse dei Servizi, l’interesse verso questa A.CI.F..
FAVA, presidente della Commissione. Lei è mai stato messo al corrente dall’autorità giudiziaria, dal ministero dell’interno oppure dal capitano Cetola, che era uno degli investigatori che si erano occupati dell’indagine e al tempo stesso fu anche componente della commissione ispettiva, del fatto che l’intelligence italiana si era interessata della vicenda Scicli con una serie di accessi di personale dipendente dell’Aisi alla banca dati del Viminale?
VARDE’, già prefetto di Ragusa. No, assolutamente no… Non mi fu detto assolutamente niente, quindi sconoscevo nella maniera più assoluta questa circostanza.
Il lavoro di approfondimento della Commissione si è soffermato infine sull’elemento forse più sensibile dell’intera vicenda, e cioè se sia stato mai messo a fuoco dai commissari incaricati dell’accesso il lungo contenzioso che aveva visto, in quei mesi, giunta e consiglio comunale opporsi tenacemente al progetto dell’A.CI.F. per un impianto di smaltimento di residui petroliferi da 200mila tonnellate l’anno.
Dalle risposte raccolte in audizione, sembra – inspiegabilmente – che questo focus non ci sia stato come non vi è alcun accenno alla vicenda A.CI.F. nella relazione finale dei commissari. Insomma, su una question ouverte di siffatta rilevanza la commissione d’accesso non si informò (né fu informata). Si tratta proprio dei sei mesi in cui il destino dell’impianto e dell’iter autorizzativo alla Regione avrebbe dovuto registrare (come vedremo più avanti) le definitive prese di posizione contrarie da parte dell’amministrazione di Scicli. Che invece non vi furono.
Ecco quanto riferiscono in audizione il viceprefetto Minutoli e il maggiore Cannizzo:
FAVA, presidente della Commissione. La vicenda A.CI.F. è entrata dentro il vostro lavoro? Avete fatto qualche approfondimento, avete avuto riscontro di questi atti amministrativi, è stato uno dei punti della vostra valutazione?
MINUTOLI, già componente della commissione d’indagine per lo scioglimento del comune di Scicli. No… abbiamo esaminato altre cose, abbiamo approfondito aspetti riguardanti i contratti pubblici, ovviamente sempre ecco a campione, e devo dire sulla vicenda A.CI.F. non abbiamo assolutamente accennato nell’ambito della nostra relazione, questo lo posso affermare perché è così… nella nostra relazione non c’è nulla su questo tema.
ASSENZA, componente della Commissione. E per quanto riguarda, invece, i problemi della riscossione delle imposte, quelle relative alla piattaforma VEGA?
MINUTOLI. Sulla piattaforma, guardi, proprio noi non abbiamo…non l’abbiamo vista. Ecco, non l’abbiamo approfondita.
ASSENZA. Le due attività più importanti, anche dal punto di vista economico del territorio, con tutti gli interessi che possono girarvi attorno, ossia una piattaforma da duecentomila tonnellate annue di rifiuti, di cui centoventitremila speciali, e l’esistenza di una piattaforma mega galattica per voi non era argomento da approfondire per le eventuali commistioni che si potevano creare?
MINUTOLI,. Insomma, non abbiamo visto… questo non fa parte della relazione.
CANNIZZO. Nossignore, noi non ne siamo venuti assolutamente a conoscenza di un atto del genere. Ho saputo dalle ricostruzioni giornalistiche di questa situazione, di questa ditta nata dal nulla ed inserita in un contesto troppo grosso, troppo grande, come la Piattaforma Vega.
Un vuoto d’attenzione non privo di conseguenze, come vedremo in dettaglio nel capitolo dedicato all’A.CI.F.. Vale qui la pena ricordare che il 9 settembre 2014, cioè proprio nel semestre di lavoro dei tre commissari, la ditta di Giovanni Fiorilla produce le proprie controdeduzioni ai pareri negativi espressi dal sindaco e dalla giunta due mesi prima. Ma queste controdeduzioni non riceveranno alcuna risposta perché, incredibilmente, non giungeranno mai all’attenzione dell’amministrazione, spianando – di fatto – la strada all’A.CI.F. verso le auspicate autorizzazioni.”
-CONTINUA-