Piero Guccione: l’emozione e il privilegio vissuto.
Per la prima volta, stasera, ho guardato il documentario su Piero Guccione (complimenti Nunzio!). È stato un tuffo nel passato. L’emozione dei luoghi di vita quotidiana, quelli dove siamo cresciuti, visti con gli occhi ammirati di chi in Sicilia arriva per un obiettivo (la vacanza, il mare, il sole, la visita a Piero) per noi scenografia quotidiana. Le persone conosciute al di là della cattedra (Giuffre’, Malatesta, Zichichi,Goldin…)tutte lì a ricordare l’amico, artista dell’infinito. Rivedere quella casa di campagna luogo di tante cene , noi (io e Paola) piccoli con Chiara, Lucia, Emanuele (Roberta doveva ancora nascere). La chiamavamo la “casa degli spiriti”, tanto ci appariva grande, silenziosa e buia. Ed anche le tante mostre visitate da bambino (caro papà, solo dopo ho realizzato quanto mi annoiavo…) ed i week end al Brancati, fra i libri, in braccio a mia mamma quando mi stancavo o con la zia Tina (mai stanca di spiegarci) , o a giocare con Valentina, Antonio, Barbara. E poi quell’uomo, Piero, in pubblico timido e di poche parole, che invece io conoscevo a suo agio con gli amici, a discutere di tutto (arte, politica, territorio, cucina) e la sua compagna Sonia, divertente, colta, buona, spesso sorpresa delle piccole cose. Solo adulto, con un filo di rammarico, mi sono reso conto del privilegio vissuto, me lo tengo stretto.
(dal profilo Facebook di Marco Causarano)