Crisi comunale: riflessioni sulla ricomposizione degli equilibri politici
Su questa crisi gestita alla velocità della luce alcune riflessioni s’impongono perché, al di là di quanto si vuol far apparire all’esterno, il Palazzo di Città (e dunque la vita cittadina), sta vivendo settimane di grande fibrillazione e, come certificato dai fatti, di ricomposizione degli equilibri politici.
Primo: quindici giorni fa il Sindaco aveva sostituito un assessore (Carpino) con un suo uomo di fiducia, l’ex dipendente comunale Ignazio Fiorilla. Nessun dibattito politico sulla sostituzione (consentirete se “non mi bevo” le motivazioni familiari e professionali) quasi che il cambio di un assessore fosse un adempimento burocratico, mentre è chiaro a tutti il disastro di questa estate nella gestione dei rifiuti sul litorale sciclitano. Più delle percentuali di differenziata, infatti, fanno senso i capannelli d’immondizia attorno ad ogni cassonetto che diventa una mini-discarica a cielo aperto. Tutta colpa di Carpino? Perché non si è pianificato per tempo? Lecito porsi delle domande.
Così come è evidente che Fiorilla arriva al Comune con una scelta diretta del primo cittadino (è una prerogativa del sindaco), ma senza rappresentatività alcuna di un gruppo politico (ma neanche civico) di riferimento. Poco contano le convinzioni politiche di ciascuno se, quando dovrai parlare all’opinione pubblica, lo farai solo a titolo personale.
Secondo: nella mattinata di ieri , erano circa le 11 del mattino, le agenzie di stampa battevano il comunicato stampa con il quale il gruppo di “Cittadini per Scicli” comunicava la propria uscita della maggioranza e le dimissioni dell’assessore Vindigni dalla giunta Giannone. Già alle 15.15 (facile apprenderlo) sul profilo social del “Enzo Giannone” appariva il comunicato stampa con il quale il primo cittadino nominava il nuovo assessore (Iabichino) in quota Start Scicli….Insomma, in circa 4 ore la crisi veniva risolta! Anche questa è difficile da comprenderla. Veramente basta così poco a trovare una persona in grado di servire al meglio la propria comunità e di rivoluzionare dall’oggi al domani la propria vita?
Tant’è. Nessun dibattito politico, nessun confronto pubblico e men che meno nessuna messa in discussione della propria azione politica da parte di Giannone e, a questo punto, della sua giunta.
Magari a qualcuno potrà sembrare una perdita di tempo, magari apparterrà alla “vecchia politica” ,ma il dibattito politico nasce proprio per approfondire meglio le questioni, per verificare se ci sono stati sbagli, per capire se esistono margini per recuperare delle situazioni, per smussare gli angoli, se è vero com’è vero che fino a qualche settimana prima si era lavorato fianco a fianco con gli stessi obiettivi. Insomma, in un sistema rappresentativo (come è il nostro), il confronto con gli altri costituisce il sale della democrazia. Agire come si è agito, per altro, vuol dire che l’uno vale l’altro. Ergo, avere Vindigni o Iabichino è lo stesso. Così, mentre rimaniamo comunque in attesa che il primo cittadino spieghi alla comunità come andrà avanti in consiglio comunale (dove adesso, numeri alla mano, conta 6 consiglieri su 16), rimane da capire dove finisce la legittimazione derivante dal consenso popolare ricevuto all’esito di un’elezione (indiscutibile) e dove cominci l’autoreferenzialità!
Ultimo spunto di riflessione, che mi pare importante non fare travolgere dalla celerità con la quale si vuole gestire questa crisi, lo si rintraccia in un passaggio nel comunicato stampa nel quale Cittadini per Scicli evidenzia come “non poter condividere le scelte politiche assunte significa anche non esercitare il controllo di legalità e di legittimità dei percorsi amministrativi avviati”. Di contro, nel proprio comunicato stampa, il primo cittadino non manca di evidenziare come la propria azione sia improntata a“ legalità, e rottura con logiche ed interessi del passato che hanno portato, lungo una continuità politico-gestionale, allo scioglimento degli organi decomocratici di questa città”.
Lecito chiedersi se questi due passaggi vanno messi in correlazione. Lecito – da parte di entrambi – chiarire i riferimenti, se ce ne sono, e non lasciare questi spunti del dibattito politico alla libera interpretazione dei lettori.
Marco Causarano