SAMPIERI E DONNAULCATA STANNO COME MARZAMEMI E MARINA DI RAGUSA?

Con l’approssimarsi della stagione estiva due modelli di sviluppo economico limitrofi al nostro territorio (con il quale hanno molti punti di contatto), per ragioni differenti, si ripropongono sempre più sulla ribalta dell’offerta turistica. Da un canto c’è, appunto, il modello di Marzamemi, frazione di Pachino, che negli anni si è imposta sempre più come piccolo borgo di pescatori, nel quale trascorrere una giornata a mangiare del pesce fresco oppure luogo dove gustare un buon gelato in riva al mare, magari trascorrendovi delle vacanze non appena il tempo volge al meglio. La pulizia, la cura dei de hors, l’azzurro degli arredamenti collocati sulla piazzetta centrale ne hanno fatto – in poco tempo – un gioiellino dello Ionio. Se a questo si aggiunge che d’estate sono riusciti ad “inventarsi” pure un Festival del Cinema, ecco svelato il mistero del boom vissuto in quest’ultimo decennio. In questi giorni di vacanza è stata presa letteralmente d’assalto. Non c’è turista che vada a Noto che non passa da Marzamemi!

Dall’altro lato il modello di Marina di Ragusa, sviluppatasi sempre più su un sistema di servizi che, partendo dal mare, sanno garantire un soggiorno con molte proposte. Così il porto turistico ha rappresentato il naturale punto d’approdo per Yatch ed altre barche di un certo valore, mentre la realizzazione della pista ciclabile  e l’allungamento del lungomare fino al Porto ne hanno aumentato la godibilità. Ristoranti, supermarket, chalet attrezzati con ombrelloni e bar, ma anche noleggio di biciclette o corsi di immersione hanno ampliato l’offerta di servizi ai turisti. Il paradigma, in questo caso, richiama più il modello della riviera romagnola (Rimini o Riccione)

Risultato? Per entrambi i borghi il mercato immobiliare, sia degli affitti che delle vendite è aumentato in maniera vertiginosa a beneficio di proprietari delle case della zona, mentre i commercianti hanno beneficiato delle migliaia di turisti che quotidianamente passano da queste frazioni anche nelle belle giornate dei mesi invernali.
E adesso veniamo a noi.

Sarà pur vero che Scicli, da almeno un decennio a questa parte, ha trovato la propria vocazione turistica nello sviluppo del centro cittadino che, estate dopo estate, consolida la propria crescita con una pluralità di offerte, sia con riguardo agli alloggi che con riferimento alla ristorazione, ma anche con una programmazione della primavera estate che ha saputo allungare sempre più il cartellone degli appuntamenti.
Mi chiedo, però, al punto in cui siamo, sol perchè abbiamo trovato la via di sviluppo del centro cittadino è possibile rinunciare ad un modello di sviluppo alternativo (e parallelo) per le nostre borgate? Può il comune della provincia di Ragusa che conta la più ampia fascia costiera pensare di non sfruttare altrettanto le risorse che vengono dal mare?

Si badi, la mia è una riflessione che supera il ciclo di vita di un’Amministrazione Comunale e, anzi, sostengo che correttamente – nell’ultimo decennio – le Amministrazioni che si sono susseguite hanno puntato sul rilancio del centro storico sulla scia dei riconoscimenti Unesco e della serie di Montalbano.

Tuttavia, avviata sui giusti binari questa politica di sviluppo non sarebbe ora di trovare anche la strada per le borgate, che poi sarebbe una via di sviluppo per tutto il territorio considerato che sulla costa la gran parte delle proprietà appartiene agli stessi sciclitani che vi hanno seconde case o esercizi commerciali o di ristorazione di varia natura?

Pare niente ma, l’anno scorso, la nascita di un Bar  funzionante per tutto l’anno (gennaio e febbraio compresi) è servito a tenere vivo Sampieri durante tutti mesi invernali, come non accadeva da decenni, mentre il sabato e la domenica si sono conosciuti flussi di persone ormai dimenticati.

Di borgate, peraltro, non si può parlare solo nei mesi estivi (ricordate le polemiche sui sensi di marcia proprio a Sampieri), quando la stagione turistica è cominciata, ma bisognerebbe pianificare durante l’anno.

Certamente, in questo senso, un’Amministrazione comunale deve rappresentare il naturale punto di riferimento di tutti quanti: imprenditori, cittadini, proprietari di immobili, e quanti hanno ad interesse lo sviluppo di un’area. I processi, infatti, sono più veloci quando vengono guidati piuttosto che quando nascono in ordine sparso.

Questo però non può bastare. Ad esempio, non è più pensabile offrire ai turisti alloggi fatiscenti che necessitano dei più elementari servizi o che vengono arredati con i mobili che togliamo dalle nostre case perché vecchi ma che riteniamo buoni per i forestieri. Non è possibile offrire residenze che non abbiano ricevuto un minimo di ristrutturazione. Quanti di voi pagherebbero mille o più euro per trascorrere gli unici quindici giorni di vacanza dell’anno in un’abitazione che puzza di vecchio per quanto sia vicino al mare?

Tra l’altro, così come è avvenuto per Scicli, Modica, Ragusa Ibla, Noto ecc. credo che questo processo di sviluppo non debba nascere in contrapposizione alle frazioni limitrofe ma, anzi, le borgate sciclitane possono rappresentare la naturale valvola di sfogo per quelle frazioni che ormai non riescono più a soddisfare la domanda di turismo. Proprio Marina di Ragusa in testa. Certo, gli altri non stanno a guardare. Il lungo mare di Marina di Modica, ad esempio, lo scorso anno è diventato la destinazione più gettonata per la movida notturna, mentre Pozzallo, quest’anno potrà fregiarsi nuovamente della “Bandierina blu” nel panorama dell’offerta turistica ai bagnanti, così come Marina di Ragusa e Ispica. Ecco perché bisogna cominciare a svolgere un lavoro lungo sin da ora ma con un orizzonte temporale lungo, che magari guardi alla stagione balneare 2020 o 2021, poichè da qualche parte bisogna pur cominciare!

Marco Causarano

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