I soldi di Eni-Edison: La vittoria del Comune spiegata da Sindaco e Assessori
Tutto ha inizio con una “Constatazione” della Guardia di Finanza nel febbraio del 2014. Per la prima volta la Finanza andava a controllare i registri di una piattaforma nel mare mediterraneo difronte alla costa sciclitana. Questo l’incipit dell’Assessore Vindigni nel suo intervento alla Conferenza stampa di stamattina a Palazzo di Città sull’accordo da 11 milioni tra Comune di Scicli ed Eni-Edison, per tasse che vanno dal 2009 al 2015. E’ naturalmente il Sindaco Giannone ad introdurre l’incontro con i giornalisti, soddisfatto dell’esito di quello che chiama “accordo conciliativo” tra due parti, accordo che porterà 11 milioni di euro nelle casse del Comune. Da qui a 20 giorni attraverso un bonifico del 50% della somma, l’altro entro 90 giorni. In caso di non ottemperanza Eni ed Edison dovranno corrispondere la cifra iniziale, cioè 23 milioni di euro. Tutto però fa credere che l’Azienda petrolifera onorerà l’accordo sottoscritto.
Una storia lunga la trattativa di cui parla il Sindaco e “il risultato è il frutto di un serrato confronto tra le parti, con una controparte forte e agguerrita e rappresentata da uno stuolo di legali (il famoso Studio Gallo-Salvini di Roma)”. Il primo incontro- parla sempre Giannone- nel febbraio 2017, e non andò bene. La somma che ci “offrivano” era poco meno di 2 milioni di euro. “Lasciammo quasi offesi la riunione”. Poi a fasi alterne altri incontri, con l’avvocato Ferdinando D’Amario che difendeva le ragioni del nostro Ente. La trattativa è durata un anno e mezzo con la pratica che nel frattempo era stata presentata per il giudizio dell’Ufficio provinciale tributario. La sentenza si annunciava favorevole per il Comune di Scicli. Nelle ultime settimane la svolta di Eni-Edison. Sindaco e Assessore Vindigni non nascondono le difficoltà del confronto, ma “è stato conseguito – dice Giannone- un obiettivo che darà modo di meglio intervenire nel Piano di Riequilibrio. Non dobbiamo dimenticare che in bilancio avevamo previsto l’accensione di mutui per far fronte a debiti pregressi (ce ne sono degli anni 70 e 80), adesso possiamo evitare questa scelta pesante per le casse comunali”.
L’assessore Vindigni elogia il lavoro dell’Ufficio Tributi del Comune, che fece 18 accertamenti per quasi 60 milioni di euro. Per sentenze della Cassazione, però, ben 35 milioni di euro di sanzioni dovettero essere escluse. Come pure l’abbattimento del 50% che riguardava le due navi succcedutesi accanto alla piattaforma. Se ne poteva sanzionare soltanto una. L’ultimo incontro nello Studio Salvini: raggruppati tutti i cespiti, con una lista di quelli che non rientravano nell’imponibile. Il Comune di Scicli si è fatto forte sulla base di quanto aveva scritto la Guardia di Finanza, cui si riconosce un grande lavoro e per questo viene ringraziata sia dal Sindaco che da Vindigni.
Una collega chiede: Dal 2016 in poi che succede? Rispondono Giannone e Vindigni, ed entrambi dicono che il Parlamento ha classificato le piattaforme-trivelle come “strutture imbullonate”, quindi categorie che verranno ristorate direttamente dallo Stato; ai Comuni dovrebbero andare percentuali inserite nei trasferimenti; ma si tratterebbe di poche cose. Qui le rimostranze nei confronti del nuovo governo nazionale e dei parlamentari 5 Stelle in particolare, che avrebbero cambiato le posizioni di salvaguardia dei territori perforati da trivelle, sbandierati nelle campagne elettorali, in quelle più accomodanti a favore delle lobby petrolifere.
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche gli Assessori Riccotti e Pitrolo e il Presidente del Consiglio comunale Demaio.