“La Regione intervenga sulla discarica di San Biagio”.“Una bomba ecologica ad orologeria che grava sulla città di Scicli”
Le forti piogge e venti dei giorni scorsi, oltre a determinare una situazione di criticità sul territorio per l’intasamento dei tombini, l’allagamento di strade e di interi quartieri, desta, a noi che ci preoccupiamo dello stato di salute del nostro territorio, una ulteriore forte preoccupazione, che riguarda la discarica di San Biagio. Ad ogni evento di forti precipitazioni e di maltempo che si verifica, diviene infatti più visibile il fenomeno del ruscellamento del percolato proveniente dalla discarica dismessa.
La discarica di San Biagio, lo ricordiamo, chiusa dal 2008, è stata posta sotto sequestro dai carabinieri nel 2011 proprio per presunti inquinamenti ambientali provocati dal percolato.
San Biagio, lo ricordano bene tutti gli sciclitani, contro il parere degli amministratori del tempo fu attivata come discarica subcomprensoriale, nella quale furono abbancati senza preventivi trattamenti rifiuti indifferenziati provenienti dai comuni di Modica, Ispica e Pozzallo, oltre che di Scicli. Tutti Comuni verso i quali Scicli vanta ancora crediti solo in piccola parte riscossi.
Non siamo in grado di sapere se per affrontare il costo delle operazioni cosiddette “post mortem” della discarica siano stati stanziati nel tempo finanziamenti pubblici, per esempio regionali. Né, in alternativa, se siano stati chiesti dalle amministrazioni che si sono succedute nel tempo a Scicli. Sappiamo, perché sono state rese note le risposte dell’attuale amministrazione ad alcune interrogazioni consiliari, che una parte dei crediti vantati dal Comune di Scicli nei confronti dei Comuni sopra citati sono stati riscossi o sarebbero in via di riscossione. Non sappiamo se questi importi possono essere destinati al “post mortem”, né se sarebbero sufficienti allo scopo.
Non vogliamo entrare neanche sulle questioni tecniche e su chi potrebbe spettare di intervenire, come quelle attinenti al distacco dei teli di protezione, al funzionamento delle pompe di aspirazione del percolato che, visti i risultati, non pare essere efficiente.
In ogni caso, oggi la situazione appare altamente critica, i danni che potenzialmente possono essere stati arrecati all’area circostante e alla falda appaiono preoccupanti, come preoccupante è il silenzio sui possibili rimedi, almeno per quanto è reso noto al pubblico.
Auspichiamo pertanto un intervento sollecito da parte della Regione Siciliana, affinché con la concertazione degli enti preposti alla gestione dei rifiuti (Comune, SRR) vengano reperiti i finanziamenti necessari per mettere in sicurezza il sito e, successivamente, assicurarsi che l’area venga affidata ad un soggetto che possa effettuare l’esecuzione delle manutenzioni in maniera corretta e in grado di scongiurare ogni inquinamento ambientale, soprattutto oggi che, grazie alle legge 68/2015, gli ecoreati prevedono gravi ripercussioni penali sui responsabili.
Circolo Legambiente Scicli “Kiafura”