Workshop internazionale: A Scicli archeologi tedeschi e del Sud Europa per parlare di “paesaggio archeologico”.
Si terrà a Scicli, dal 10 all’11 ottobre p.v. un workshop internazionale dal titolo “Modelling Archaeological Landscapes. Bridging Past and Present in two Mediterranean Islands” (Ricostruire i paesaggi archeologici. Collegare il passato con il presente in due isole del Mediterraneo) organizzato dalle Università di Catania (prof. Pietro Militello, nella foto) e di Heidelberg (prof. Diamantis Panagiotopoulos). Si tratta di una iniziativa di ampio respiro, finanziata dall’ente tedesco per lo scambio accademico (DAAD), nell’ambito di un programma di collaborazione tra Germania e paesi del sud-Europa. Essa ha già visto un precedente colloquio svoltosi a Creta nell’area dove le due università hanno i loro scavi (Festòs e Koumasa).
A Scicli, ospiti del “Vitaliano Brancati”, studiosi e studenti di diversa nazionalità (questi ultimi scelti su basi competitive) discuteranno sul tema del paesaggio archeologico e del patrimonio diffuso. Il titolo del workshop è infatti “al di là dei templi. Il paesaggio e l’architettura minore: Ricostruire il passato come entità viva”, e affronta il problema della comunicazione e della gestione di quelle realtà archeologiche minori (necropoli, cube, fortificazioni, piccoli villaggi) che non possono vantare un impatto sul pubblico pari ai grandi monumenti dell’antichità, come il teatro di Taormina o i templi di Selinunte, ma che possono diventare vivi, e attrattivi, tramite una narrazione appropriata costruita su più livelli, in cui il paesaggio gioca un ruolo fondamentale.
La scelta di Scicli non è casuale, Scicli appartiene infatti, insieme a tutta l’area iblea, a quelle realtà con un enorme patrimonio diffuso (basti pensare a Chiafura, al Castello, o alle catacombe del circondario), a rischio di abbandono, e nello stesso tempo con una collocazione paesistica di grande bellezza che contribuisce a quella intensificazione dell’esperienza che è una delle soluzioni proposte. Da Scicli i convegnisti visiteranno sia Modica e Ragusa, sia i siti degli Iblei meridionali nei giorni successivi al colloquio.