CAMPI DA TENNIS: POLEMICA ANNUNCIATA
Dire “lo avevamo detto” non mi piace mai. Anzi, in questo caso può suonare addirittura come una beffa, perché non serviva certo essere un “arco di scienza” per comprendere quanto sarebbe avvenuto nel giro di qualche settimana. Ecco perché, recentemente, è bastata una fotografia di un socio del circolo del Tennis Club di Scicli che inquadrasse il portone dei campi tristemente chiuso per scatenare una baraonda sui social network e rendere di pubblico dominio ciò che sino a quel momento riguardava solo il movimento tennistico cittadino: si è tornati indietro di quattro anni quando i campi venivano fruiti in base alle esigenze organizzative del Comune e non a quelle degli sportivi, sulla base dei turni dei custodi.
Dalle parti del Comune non se la sono tenuta troppo, e giù il comunicato dal profilo istituzionale del Sindaco “I campi da tennis sono aperti. Facciamo chiarezza”, sulla falsa riga di quanto già accaduto per i siti culturali l’estate scorsa (Ricordate la bautade secondo cui i siti sarebbero rimasti chiusi solo 24 ore?), secondo una linea difensiva che non cambia linea neanche stavolta: negare la realt, sempre e comunque , magari rappresentandola in maniera differente giocando con le parole dei comunicati stampa! Stavolta, peraltro, facendola accompagnare anche da una minaccia neanche troppo implicita “La misura è colma. Invece di apprezzare gli sforzi per sostenere gli sport, tutti gli sport senza alcuna differenza, si fanno battaglie di retroguardia a difesa del proprio interesse particolare, magari con strumentalizzazioni pseudo politiche da parte di qualcuno. Non sarà più tollerato. In nessuna sede. Chiameremo pubblicamente e, se necessario in altre sedi, a risponderne”.
E giù via commenti dei genitori dei bambini che avevano saltato i primi allenamenti, di sportivi infastiditi per le novità inattese, dello stesso Presidente del Tennis club a spiegare quanto avvenuto negli anni passati. Di certo c’è che, come non accadeva da un bel po’ di anni, a Scicli è saltato il tradizionale torneo di Natale che gli appassionati di tennis organizzavano ogni anno nei campetti del Ciccio Scapellato e che al Circolo del Tennis serviva per finanziare le tante attività svolte. Di certo c’è anche che il Comune ha preso nuovamente in carico i campi e che, per fare le prenotazioni, bisogna fare la fila e pagare un bollettino alla posta come non accade neanche nei paesi più sottosviluppati. Di certo c’è che alcuni allenamenti degli iscritti, per evitare di gravare troppo sulle casse del circolo, sono stati spostati in campi privati.
Mi fermo qui per amor di decoro cittadino! Come noto per primi, dalle colonne di questo giornale, alla fine del mese di ottobre avevamo lanciato l’allarme di quanto avrebbe potuto accadere di lì a poco dopo che, ad esito della proroga concessa dalla stessa Amministrazione questa estate proprio per avere più tempo per pubblicare il nuovo bando, se non si correva presto ai ripari. Come noto, allora, il comunicato stampa del Comune, naturalmente, fu che non c’era nessun “inspiegabile ritardo” e che si stava solo prendendo il tempo necessario per mettere mano al nuovo regolamento per gli impianti sportivi. Ad oggi, e sono passati due mesi, quel regolamento non è ancora arrivato al Consesso cittadino, né alla Consulta dello sport, mentre altro tempo occorrerà per fare il nuovo bando, per l’aggiudicazione e tutto quanto richiede la corretta procedura amministrativa. Ecc. ecc.
Chiudiamola qui. Diciamo solo che sarebbe utile, nelle more che si definisca un nuovo regolamento e che – giustamente – si miri a migliorare quanto già fatto in passato, intanto si riparta da quanto di buono era stato fatto dalla precedente Amministrazione (all’epoca qualcuno parlò addirittura di svolta epocale, ma neanche a me piacciono i trionfalismi esagerati) pubblicare nuovamente il bando precedente, magari per un periodo di tempo inferiore, ed intanto garantire l’ordinario utilizzo delle strutture.
A volte il revisionismo eccessivo porta a commettere errori di superficialità che basterebbe poco per evitare!
Marco Causarano